#49 - Un modo pungente di morire
Sull'apipuntura, una pratica di medicina alternativa che può essere letale
Benvenut💀 al tuo Appuntamento con la morte, la newsletter che parla di morte dal punto di vista scientifico.
📌Chi non muore si rivede!! Finalmente dopo trasloco, ferie e malattie sono tornata a scrivere la newsletter. Quanto mi era mancata 🖤 Spero anche a voi!
Durante l’ultimo Appuntamento vi ho raccontato le mirabolanti avventure post mortem del corpo di Petrarca, mentre questo #giovedead vi racconto di un modo particolarmente pungente di morire.
Buona lettura,
Sofia @lamedicinageniale
La newsletter è gratuita ma per scriverla impiego risorse finite: tempo e denaro. Se pensi che ciò che leggi valga anche il tuo tempo, puoi supportare il mio lavoro di divulgazione scientifica offrendomi un cappuccino virtuale su Ko-fi, regalandomi un libro da questa infinita wishlist oppure attivando un abbonamento a pagamento. Come hanno fatto Emanuela, Miria e Cristina questo mese (Grazie!! 🖤)
Un modo pungente di morire
È il 19 marzo 2018 quando sui giornali viene data la notizia della morte di una donna spagnola di 55 anni avvenuta per una causa alternativa: l’apipuntura.
Il caso è diventato celebre in tutto il mondo perché si è trattato del primo decesso documentato nella letteratura scientifica imputabile a questa pratica di medicina alternativa. Una pratica che prende spunto dall’agopuntura ma, invece di impiegare gli aghi, prevede l’utilizzo di api vive per ottenere i più disparati effetti benefici.
Per la donna spagnola non era la prima volta: per alleviare lo stress e le contratture muscolari, da almeno due anni si sottoponeva al trattamento regolare (ogni 4 settimane) con punture d’api, senza reazioni particolari. Pochi minuti dopo l’ultima puntura, però, ha iniziato a respirare a fatica, ha perso conoscenza, è entrata in coma morendo dopo poche settimane in ospedale, per insufficienza multiorgano: tutti i suoi organi erano rimasti troppo a lungo senza ossigeno. A causare tutto è stato uno shock anafilattico, una reazione allergica acuta al veleno dell’ape.
Ma perché proprio quell’ultima puntura è stata fatale?
Cos’è l’apipuntura
L’apipuntura è una versione più rischiosa e meno scientificamente sensata dell’agopuntura. Al posto degli aghi si usano api vive, che vengono spinte a pungere aree specifiche del corpo, per poi lasciare il pungiglione in sede per circa 15 minuti. L’idea, che nasce all’interno della più ambia branca dell’apiterapia, è che le sostanze rilasciate dalla puntura dell’ape abbiano proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e stimolanti per il sistema immunitario.
Tuttavia, al di là di qualche studio in vitro o su modelli animali, non esistono prove scientifiche solide che dimostri l’efficacia di questa pratica per trattare malattie o disturbi come l’artrite, la sclerosi multipla o, appunto, il dolore muscolare e lo stress.
In compenso, i rischi sono ben noti. Il veleno d’ape è composto da diverse molecole bioattive che scatenano di frequente reazioni allergiche. Secondo gli allergologi, ogni nuova esposizione al veleno può aumentare la probabilità di sviluppare un’allergia a esso, anche in pazienti che non hanno avuto reazioni evidenti in passato.
È come accumulare cerini accanto a una tanica di benzina: più ce ne sono e più è probabile che una sola scintilla faccia esplodere tutto.
Come si muore di shock anafilattico
Lo shock anafilattico è una reazione allergica estrema, rapida e potenzialmente letale. Si scatena quando il sistema immunitario, già sensibilizzato ovvero già venuto in contatto con una determinata sostanza estranea in genere innocua ma considerata pericolosa (in gergo medico: allergene), la incontra nuovamente e, soprattutto se presente in grandi quantità, scatena una serie di reazioni che hanno lo scopo di limitare i potenziali danni.
Le cellule immunitarie (come i mastociti e i basofili) rilasciano massicce quantità di istamina e altri mediatori infiammatori, causando una cascata di eventi pericolosi: dilatazione dei vasi sanguigni, calo drastico della pressione, edema delle vie aeree, insufficienza respiratoria.

È sempre letale? Certo che no, ma il tempo è tutto. Se l’adrenalina, il farmaco salvavita in caso di shock anafilattico, non viene somministrata entro pochi minuti, il paziente può perdere conoscenza, andare velocemente incontro a insufficienza multiorgano e morire. È una gara contro il tempo e, in assenza di personale sanitario preparato, la gara si perde facilmente.
Nel caso della donna di Barcellona, è emerso che il centro dove veniva praticata l’apipuntura non disponeva di adrenalina per uso d’emergenza e che il personale non era formato per gestire uno shock anafilattico. L’aggiuntivo ritardo nei soccorsi (l’ambulanza ha impiegato 30 minuti per raggiungere la struttura) ha peggiorato ulteriormente la situazione, portando a una prolungata mancanza di ossigeno al cervello arrivando all’esito irreversibile.
Forse meglio la fisioterapia, no?
Il caso, pubblicato sulla rivista Journal of Investigational Allergology and Clinical Immunology, è stato accompagnato da un avvertimento: questa pratica non è sicura! Gli autori dell’articolo hanno sottolineato la mancanza di protocolli, controlli e preparazione in molte strutture che offrono trattamenti a base di veleno d’ape. E hanno esortato i medici a informare correttamente i pazienti sui rischi potenzialmente letali.
Il fatto che la donna si fosse sottoposta a decine di sedute senza effetti collaterali ha alimentato un falso senso di sicurezza. Il nostro sistema immunitario non è una macchina perfetta ma un organismo dinamico, che può cambiare risposta da un giorno all’altro, soprattutto se lo si provoca con sostanze solitamente legate allo sviluppo di allergie. Attenzione quindi all’incontro ripetuto con gli allergeni, non scherziamo con i cerini!
Ma poi che male hanno fatto le povere api per meritare questo trattamento?
- La newsletter continua dopo la bibliografia -
Bibliografia
Vazquez-Revuelta P, Madrigal-Burgaleta R. Death due to Live Bee Acupuncture Apitherapy. J Investig Allergol Clin Immunol. 2018;28(1):45-46.
Park JH, Yim BK, et al. Risk associated with bee venom therapy: a systematic review and meta-analysis. PLoS One. 2015;10(5):e0126971.
Interessanti da morire
👉🏻 3 COSE CHE HO VISTO, LETTO, FATTO, ASCOLTATO
🎧 UN PODCAST. Vi ho detto più volte che la cronaca nera non mi interessa particolarmente, tranne per alcuni prodotti true crime ben fatti e/o interessanti anche dal punto di vista scientifico o storico-culturale. Altre Indagini - Il caso Enrico Mattei è uno di questi. Stefano Nazzi, insieme alla giornalista del Post Giulia Balducci, nata e cresciuta a Metanopoli, parte dall’omicidio del presidente dell’ENI avvenuto nel 1962 per raccontare un tassello di storia italiana: si parla ovviamente dell’ENI ma anche di sviluppo industriale, della nascita delle stazioni di servizio e dei motel, di idrocarburi, di mafia, delle sette sorelle e molto altro.

📌 Cosa che ho adorato scoprire: Mattei ha fondato la rivista aziendale Il gatto selvatico alla quale hanno collaborato autori come Leonardo Sciascia, Goffredo Parise, Natalia Ginzburg, Alfonso Gatto, Carlo Cassola, Carlo Emilio Gadda e altri. Si possono leggere tutti i numeri (1955-1965) nell’archivio storico ENI.
📚 UNA GRAPHIC NOVEL. Storie da Spoon River di Marco Rizzo e Deborah Allo è una tenera trasposizione a fumetti di alcune delle storie di Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, un cult per i girovaghi di cimiteri e gli appassionati di storie passate.
🎞 UN DOCUMENTARIO. Un invasato miliardario americano spende 2 milioni di dollari all’anno per rallentare l’avanzamento della sua età biologica, vivendo come se fosse ricoverato in un reparto ad alta intensità di cura. Don’t Die racconta la sua follia, massima espressione dell’incapacità di affrontare la morte come parte integrante della vita e dell’ossessione nascente per la longevità.
Che mi prenda un colpo
👉🏻 ARTICOLI (e altri contenuti) DELLA SETTIMANA SU VITA, MORTE, MEDICINA E D’INTORNI
Dopo 5 anni dall’entrata in vigore della legge, finalmente il Ministero della Salute è riuscito a far partire una campagna di informazione sulla donazione del corpo alla scienza.
A Gaza sono state uccise più di 50.000 persone eppure più aumenta il numero dei morti e più queste persone diventano numeri.
Il cambiamento climatico sta modificando le cause di morte “naturale”.
Come una metodologia utilizzata dagli archeologi può risolvere un cold case.
[In inglese] Una mini zine sul lutto: Su Google Maps sei ancora vivo
Morire dal ridere
PER CONCLUDERE L’APPUNTAMENTO CON UNA RISATA
Ti è piaciuto questo Appuntamento con la morte?
Se vuoi farmi sapere cosa ne pensi o se hai domande, suggerimenti sui temi da trattare, consigli per le rubriche e/o commenti di ogni tipo puoi contattarmi su Instagram, Threads, TikTok o rispondere direttamente a questa e-mail.
I link ai libri di questa newsletter sono affiliati ad Amazon. Se compri su Amazon passando dai questi link puoi sostenere il mio lavoro con una piccola percentuale del tuo acquisto senza costi aggiuntivi.
Ho pensato immediatamente al film "Papà ho trovato un amico" degli anni '90. Che shock quel film 😪
Al di là della bizzarria (...) della pratica: le api muoiono quando pungono, quindi ogni volta era pure una strage di imenotteri!