#35 - Uno scheletro senza testicoli
Sulle ossa di Gaspare Pacchierotti, uno dei più famosi cantanti castrati del XVIII secolo
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Durante l’ultimo Appuntamento abbiamo ripercorso la difficile identificazione delle vittime dell’11 settembre. Questo #giovedead invece parleremo degli effetti della castrazione sul corpo umano partendo dallo studio delle ossa di un famoso cantante castrato.
Buona lettura,
Sofia @lamedicinageniale
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Uno scheletro senza testicoli
Di recente ho pubblicato su La Medicina Geniale una mia pazzesca prova attoriale uno dei miei primissimi reel nel quale vi racconto l’origine di un peculiare lavoro, quello di castrato. I castrati erano cantati maschi che, tra fine Cinquecento e fine Ottocento, venivano evirati in tenera età perché potessero mantenere la voce da soprano (dato che le donne non potevano cantare in pubblico). L’asportazione dei testicoli, infatti, provocava il blocco della produzione di testosterone, un ormone che durante la fase di pubertà determina la muta vocale ovvero il tipico abbassamento della voce. Ma, oltre al mantenimento della voce da ragazzina, quali altri effetti provocava sul corpo umano questa mutilazione genitale subita dai castrati?
A questa domanda ha risposto un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova che, in un giorno di luglio del 2013, ha portato alla luce per la prima volta un eccezionale pezzo (anzi, pezzi) di storia musicale e biologica: il corpo, ormai scheletrizzato, di Gaspare Pacchierotti, uno dei castrati più famosi del XVIII secolo. Non lo avete mai sentito nominare? Immaginatevi un Damiano dei Maneskin dell’epoca: stessa fama internazionale, stesse grupies, ma con due piccoli dettagli mancanti: i testicoli. Era stato castrato, infatti, prima dei 12 anni.
Dopo aver esumato il corpo di Pacchierotti dalla tomba situata nella sua ultima dimora, Villa Zemella in provincia di Padova, i ricercatori hanno svolto sulle ossa analisi antropologiche e radiologiche, in particolare la tomografia computerizzata (per gli amici TC o TAC). Cos’hanno scoperto?
Alto e friabile
Il testosterone, oltre ad altre funzioni ben più note, agisce sul rimodellamento delle ossa per mantenerle forti e in salute. Le parti che costituiscono il nostro scheletro sembrano immutabili ma sono in realtà molto vive: la loro struttura si basa su un complesso equilibrio di morte e rigenerazione delle cellule, di assorbimento o di liberazione nel sangue di sostanze come il calcio e altri minerali.
L’assenza di questo ormone ha quindi inevitabili effetti negativi sulle ossa.
La prima e più evidente caratteristica — legata alle ossa — di un uomo castrato era l’alta statura. Pacchierotti non fa eccezione: era molto alto (191 cm), con un petto largo e le ossa sottili. Durante la pubertà, infatti, il testosterone guida anche il blocco della crescita in lunghezza delle ossa e determina, di conseguenza, la statura.
Fino alla fine della fase di crescita, le ossa lunghe non sono fatte interamente di tessuto osseo ma l’ossificazione avviene gradualmente su uno stampo di tessuto cartilagineo che è più malleabile e può crescere in lunghezza (a differenza dell’osso). Le ultime parti che si ossificano sono le epifisi: quando avviene la cosiddetta “saldatura delle epifisi” la lunghezza delle ossa è decisa. Ed è proprio il testosterone a determinarla.
A causa dell’assenza dell’ormone, però, per Pacchierotti, come per altri castrati, le epifisi si sono chiuse molto tardi o, in alcune ossa, non si sono mai chiuse del tutto, donandogli una statura impressionante per l’epoca.
Oltre alla loro insolita altezza, però, i castrati avevano anche un problema con la densità ossea e spesso soffrivano di osteoporosi precoce. E anche qui, Pacchierotti non fa eccezione: la consistenza delle sue ossa era più simile a quella di un biscotto friabile che a quella di un bastone. Le scansioni della TC sui suoi resti hanno rivelato, infatti, la presenza di vertebre fratturate, soprattutto a livello lombare, e segni di erosione massiccia delle ossa, tipici delle persone con gravi carenze di calcio. Non stiamo parlando di una persona che non mangiava formaggi e non metteva il latte nel cappuccino, ma di un’alterazione ormonale che rendeva il rimodellamento osseo difettoso e di conseguenza le ossa porose e fragili fin dalla giovane età.
L’osteoporosi è tipicamente una patologia dell’anziano ma, in questo caso, è stato possibile appurare che si trattasse di una forma giovanile poiché le ossa non presentano microfratture tipiche dell’età più avanzata.
Quel che si dice deformazione professionale
Lunghezza e friabilità non sono state le uniche caratteristiche ritrovate sulle ossa di Pacchierotti. L’atto del cantare, infatti, gli ha lasciato chiare deformazioni professionali sulla colonna vertebrale. Avete presente la posizione che tenete quando cantate al karaoke con gli amici a squarciagola? Ecco, essendo un cantante di successo Pacchierotti si esibiva e si esercitava molto spesso e la postura innaturale necessaria per cantare con tale potenza ha danneggiato la sua colonna cervicale che mostra, infatti, una forte erosione delle vertebre. I suoi muscoli respiratori, inoltre, dovevano essere così sviluppati che le ossa del torace portano i segni di una vita passata a inalare profondamente per produrre i suoi famosi acuti.
Gli strumenti del mestiere
Il vero strumento di Pacchierotti era, però, la bocca. Sorprendentemente, i suoi denti erano in condizioni ottime per l’età in cui è morto, ovvero 81 anni. Sembrerebbe che Pacchierotti trattasse la sua bocca come Lenny Kravitz tratta i suoi addominali: con cura maniacale.
Probabilmente usava qualcosa di simile al filo interdentale per mantenere un sorriso perfetto ma soffriva anche di bruxismo (digrignava i denti). Forse per l’ansia da palcoscenico?
Insomma, Pacchierotti è stato una star della sua epoca, e se oggi possiamo solo immaginare la potenza della sua voce, i suoi resti ci raccontano una storia altrettanto affascinante: quella di un corpo segnato da una pratica crudele ma che gli ha permesso di incantare le folle con note che sfidavano il tempo. La sua carriera, come cantante e castrato, lo portò nei teatri di tutta Europa, da Venezia a Londra, fino a esibirsi davanti a Napoleone (e te pareva che potesse mancare l’onnipresente?).
Nonostante lui si ritenesse brutto poi, e odiasse farsi ritrarre, le sue doti di amante sembrano averlo spinto tra le braccia di numerose donne. Scacco matto maschi-alfa™!
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Bibliografia
Zanatta, A., et al. Occupational markers and pathology of the castrato singer Gaspare Pacchierotti (1740–1821). Sci Rep (2016).
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