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Buona lettura,
LMG
Anche i comuni mortali resuscitano
Nella precedente newsletter ho parlato della “resurrezione” di Meredith Grey non a caso visto che l’ho inviata la stessa settimana in cui si è celebrata un’altra nota fuga dal mondo dei morti, quella avvenuta circa 2000 anni fa.
Ma lo sapete che anche i comuni mortali possono risorgere? E no, non intendo il risveglio dopo la sbronza di Pasquetta.
Nel 1982 è apparso per la prima volta nella letteratura medica un articolo su una “resurrezione”. Il medico finlandese Kai Linko ha inviato una lettera alla prestigiosa rivista scientifica Lancet descrivendo il caso di una signora di 68 anni che sarebbe tornata alla vita dopo essere stata clinicamente morta per circa 75 minuti.
La paziente (rinominata freddamente Caso 1), già cardiopatica, in seguito allo sviluppo di fibrillazione ventricolare — la contrazione inefficace dei ventricoli del cuore — è stata rianimata per mezzo di massaggio cardiaco, ventilazione artificiale, defibrillatore e farmaci per oltre 50 minuti senza risultati positivi. Le manovre di rianimazione sono state dunque sospese e la paziente sistemata in una barella coperta con il classico lenzuolo bianco in attesa di essere gentilmente accompagnata all’obitorio.
Dopo circa 20 minuti, l’infermiera addetta al traghettamento ha trovato però una sorpresina: la signora Caso 1 si muoveva sotto il lenzuolo e respirava autonomamente. A 2 settimane dalla “resurrezione” la paziente è stata dimessa senza conseguenze sul piano neurologico ed è morta solo dopo 3 mesi, nel sonno.
Il dottor Linko colpito da questo “evento disturbante”, come lo descrive nella lettera, ha iniziato a fare ricerche in merito. Nella letteratura scientifica, però, non erano riportati casi simili così ha indagato tra i suoi colleghi scoprendo che anche loro erano rimasti traumatizzati da due casi di “resurrezione”. Entrambi i pazienti, in seguito a fibrillazione atriale, sono stati rianimati come la signora Caso 1 e dopo rispettivamente 10 e 20 minuti di cuore fuori servizio sono tornati a vivere. Caso 2 e 3, però, hanno riportato danni neurologici e sono ripiombati nel mondo dei morti 6 e 15 giorni dopo la fuga.
Il dottor Linko e i suoi colleghi, da scienziati privi della benché minima fantasia, hanno chiamato questo fenomeno “recupero dopo l’interruzione della rianimazione cardiopolmonare”.
È solo nel 1993 che arriva il medico romantico di turno, l’americano Jack Bray Jr, che lo rinomina fenomeno di Lazzaro in riferimento a Lazzaro di Betania che, secondo il Nuovo Testamento, è stato resuscitato da Gesù.
Cos’è il fenomeno di Lazzaro
Il fenomeno di Lazzaro è la ripresa spontanea della circolazione sanguigna che avviene dopo la sospensione della rianimazione cardiopolmonare in un paziente che abbia avuto un arresto cardiaco. Il cuore riprende a battere più frequentemente nei primi 20 minuti dalla sospensione per questo è consigliato non dichiarare il decesso prima che sia trascorso un tempo adeguato.
Le cause di questo ritorno alla vita non sono chiare perché sono riportati in letteratura pochissimi casi (meno di 100) in tutto il mondo, di conseguenza, il fenomeno non è ben conosciuto e studiato.
All’inizio degli anni 2000, dopo essere stato denunciato da una parente di un “risorto”, il medico inglese Vedamurthy Adhiyaman ha iniziato a prendere seriamente la ricerca scientifica su questo argomento e ha formulato alcune ipotesi sui meccanismi della resurrezione.
La ventilazione manuale (quella con la mascherina e il pallone che si schiaccia con le mani) se eseguita con il ritmo sbagliato porterebbe a un aumento della pressione all’interno del torace che bloccherebbe l’arrivo del sangue al cuore, riducendone di conseguenza l’attività fino all’arresto. Alla sospensione della ventilazione, quindi, verrebbe rimossa la causa dell’arresto cardiocircolatorio e il sangue tornerebbe a fluire verso il cuore.
Sempre per lo stesso meccanismo, inoltre, i farmaci somministrati direttamente nel sistema circolatorio per mantenere il cuore in attività, come l’adrenalina, avrebbero difficoltà a raggiungere la loro destinazione. Ancora una volta, togliendo il blocco, i farmaci sarebbero in grado di compiere il loro dovere cioè far ripartire il cuore.
È quindi plausibile che la rianimazione cardiopolmonare centri qualcosa ma queste e le altre ipotesi formulate dai ricercatori sono difficili da provare perché il fenomeno è poco conosciuto e difficilmente identificabile in un contesto frenetico come quello dell’emergenza.
Visti i pochi casi riportati in letteratura si pensava, inoltre, che il fenomeno fosse raro. I dubbi sono sorti nel 2013 quando, in un sondaggio condotto tra i medici di pronto soccorso francesi, circa il 50% ha dichiarato di aver assistito ad almeno un caso di fenomeno di Lazzaro nel corso della carriera. Sarebbe quindi più corretto parlare di sottostima del fenomeno dovuta al fatto che i medici sono restii a segnalare i casi di resurrezione per evitare di incorrere in problemi medico-legali e perché non venga messa in discussione la loro abilità di rianimatori.
A oggi è, quindi, impossibile fare una stima del fenomeno e capirne le cause ma si può dire con certezza che la resurrezione dei comuni mortali non sia eterna come quella di Gesù o di Meredith Grey.
Bibliografia
Adhiyaman V, et al. The Lazarus phenomenon. Journal of The Royal Society of Medicine (2007)
Shani V. The Lazarus Phenomenon. Journal of The Royal Society of Medicine (2016)
Cose interessanti da morire
UNA SERIE TV. The Unlikely Murder è basata sulla storia vera dell’omicidio del primo ministro svedese Olof Palme avvenuto nel 1986. Il caso è interessante perché l’uomo che si è presentato alla polizia come testimone dell’omicidio sarebbe stato, invece, l’omicida.
UN PODCAST. Francesca Zanni ripercorre il caso di Federico Aldrovandi in Rumore, un podcast super approfondito e commovente. Ricco di interviste e con una colonna sonora originale bellissima.
UN PROFILO INSTAGRAM. Il profilo della mia necrofora e tanatoesteta preferita dell’Instagram è stato hackerato. Seguitela al nuovo profilo @latiaurfidia dove spero tornerà presto a parlare di morte e riti funebri con la delicatezza che la caratterizza.
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