Buongiorno! Stai per leggere una newsletter che parla di morte dal punto di vista scientifico.
Il numero precedente era sull’odore della morte.
Se questo è il tuo primo Appuntamento con la morte e il tema non ti disturba puoi iscriverti cliccando qui 👇🏻
Buona lettura,
Sofia @lamedicinageniale
Il migliore amico dell’uomo… morto
Nella scorsa newsletter vi ho raccontato come un gruppo di ricerca belga abbia scoperto che la formula dell’Eau de putrefaction è composta da oltre 450 molecole, tra le quali la cadaverina e la putrescina.
Conoscere la giusta ricetta dell’odore di cadavere nelle diverse fasi della decomposizione e in diversi ambienti è fondamentale per l’entomologia forense ma anche per l’addestramento del migliore amico dell’uomo… morto: il cane da cadavere.
I cani da cadavere conosciuti anche come cani molecolari o human remains detection dogs (HRDDs) sono cani che, insieme ai loro padroni, hanno ricevuto uno speciale addestramento per la ricerca di corpi umani in decomposizione.
Chi si contende il titolo di primo cane da cadavere della storia
L’addestramento sistematico dei cani da cadavere è iniziato negli anni Settanta. Il primo cane assunto in qualità di esperto nella ricerca dei resti umani è stato Pearl, un Labrador Retriever giallo dell’agente della New York State Police Ralph Suffolk Jr. Dopo l’addestramento al Southwest Research Institute, un centro di ricerca militare a San Antonio (Texas), il primo incarico di Pearl l’ha portato, nel 1974, a lavorare nella contea di Oneida (Wisconsin) dove ha trovato il suo primo cadavere, uno studente del Syracuse College ucciso e sepolto in un’ampia area forestale insieme ad altri corpi.
L’impiego del primo cane nella ricerca di cadaveri in un caso giudiziario risale però a quasi due secoli prima rispetto agli anni Settanta. In Germania, infatti, tra il 1806 e il 1808 sono scomparse due ragazze. La polizia era riuscita a individuare un sospettato ma gli unici indizi che avevano a suo carico erano i numerosi vestiti da donna rinvenuti nella sua casa, non sufficienti per incastrarlo. Un giorno, un impiegato del tribunale decide di fare una passeggiata con il suo cane nei dintorni dell’abitazione dell’uomo e durante la scampagnata il cane si dirige insistentemente, abbaiando, verso la zona della legnaia. La polizia decide di dare retta all’istinto del cane e scavando trova i corpi tagliati a metà delle due ragazze. Grazie al primo cane cadavere della storia, Andreas Bichel soprannominato “Lo squartatore della Baviera” è stato arrestato e giustiziato nello stesso anno, il 1808.
Le razze più portate per la ricerca dei resti umani
Il Commissario Rex ci ha fatto credere per decenni che il miglior cane poliziotto sia il Pastore tedesco ma molte altre razze con caratteristiche idonee possono essere utilizzate per la ricerca dei cadaveri.
Le caratteristiche che tutti i cani devono avere per svolgere al meglio questa funzione sono:
la fedeltà al padrone per l’esecuzione ottimale dei comandi,
un carattere disciplinato perché il setacciamento delle aree deve essere fatto con sistematicità,
un buon rapporto taglia/potenza che doni un’ottima resistenza fisica perché le ricerche impiegano ore o addirittura giorni,
la predisposizione all’apprendimento perché l’addestramento dura anche anni e deve essere mantenuto nel tempo,
e ovviamente un olfatto sopraffine che già in un qualsiasi cane è 500 — 700 volte più sviluppato di quello umano.
Tra le razze più utilizzate ci sono i Labrador e i Golden Retriever che sono stati scelti anche come componenti dell’unità italiana di cani da cadavere che dal 1999 opera a fianco delle forze dell’ordine quando necessario.
Come vengono addestrati i cani da cadavere
Il cane viene addestrato a riconoscere i VOC (Volatile Organic Compounds) ovvero i componenti dell’odore della putrefazione umana e a distinguerli dall’odore di putrefazione di altre specie animali o dei vegetali. Viene inoltre indotto a capire quando si trova in un contesto lavorativo (indossa la caratteristica pettorina da ricerca di cadavere) e a dare un allarme stereotipato quando trova il target (allarme attivo: raspa sul terreno, abbaia vigorosamente; allarme passivo: comportamento inattivo come la seduta o a terra). Dopo aver concluso il turno di lavoro efficacemente il cane viene esaltato con un premio produzione, solitamente un giocattolo.
Trovare campioni che possano essere utilizzati per l’addestramento non è semplice. Servirebbero infatti dei veri cadaveri umani o pezzi di cadavere in decomposizione prelevati per esempio durante le autopsie o le dissezioni anatomiche cosa che richiederebbe il consenso e che dunque porta con sé problematiche di ordine etico.
In sostituzione ai campioni umani vengono spesso utilizzati quelli di maiale che per l’anatomia interna, la distribuzione del grasso, il rapporto tessuto grasso/muscoli, l’ampiezza della gabbia toracica, la distribuzione del pelo, la dieta onnivora e il microbioma intestinale è l’animale con l’odore più simile all’uomo.
Esistono anche dei profumi sintetici per l’addestramento come gli Pseudo Scents. Miscele come la Sigma Pseudo Corpse riproducono l’odore di cadavere nei primi stadi di decomposizione mentre quelle come la Sigma Pseudo Corpse Scent Formulation I e II riproducono l’odore degli stadi più avanzati. Questi sono però prodotti di aziende che spesso non riportano l’esatta composizione della fragranza e alcuni test di laboratorio hanno scoperto che non contengono nessun odore chiave per discriminare l’odore della decomposizione umana e sarebbero quindi da evitare per un accurato addestramento.
L’affidabilità dei cani da cadavere
Dopo un corretto addestramento che può durare anche anni, i cani da cadavere diventano strumenti molto efficaci. Sono in grado di identificare anche una minima traccia di uno specifico odore umano e riescono a selezionare quella traccia in mezzo a moltissimi altri odori presenti nell’ambiente. È stato calcolato che possano individuare l’odore di decomposizione anche dopo 3 anni dalla sepoltura fino a 3 metri di profondità.
Nonostante ciò, le condizioni meteorologiche e ambientali possono ridurre l’affidabilità del cane nella ricerca:
il caldo: il cane ansima per raffreddarsi e così riduce la sua capacità olfattiva;
il freddo: riduce la dispersione dell’odore nell’ambiente il quale diventa più difficile da individuare;
l’ambiente forestale: la presenza di materiale marcescente come pezzi di alberi, animali selvatici morti, ecc. possono trarre in inganno.
Molti studi hanno descritto quale sono le condizioni ambientali ottimali per il lavoro di ricerca di tracce odorose:
> 20% di umidità;
Vento a più di 8 km/h;
Temperatura tra i 4°C e i 16°C.
I periodi perfetti sarebbero dunque la primavera e l’autunno oppure la mattina e la sera in estate o il pieno giorno d’inverno.
Qualcuno cerca di sostituirli
Sono stati sfruttati per decenni a fare un lavoro che probabilmente non volevano fare, sono diventati anche bravissimi perché “visto che mi tocca cercare cadaveri almeno lo faccio bene così poi mi danno il giochino” eppure a diversi ricercatori i cani stanno sulle palle e li vogliono sostituire con degli uccelli tipo i piccioni, i tacchini o i polli.
Infatti, uno studio del 2018 condotto su questi esseri immondi (perdonatemi ma gli uccelli proprio non mi piacciono) che ne ha valutato l’apparato olfattivo ha concluso che potrebbero fare meglio dei cani.
Ma come lo addestrano un tacchino?
Se lo scopro ve lo racconto in un’altra newsletter!
Bibliografia
Ciesla J, et al. The smell of death. State of the art and future research. Frontiers in Microbiology (2023)
Cattaneo C, Maldarella M. Crimini e farfalle - Misteri svelati dalle scienze naturali. Raffaello Cortina Editore (2006)
Rebmann A, et al. Cadaver Dog Handbook - Forensic Training and Tactics for the Recovery of Human Remains. CRC Press (2021)
Interessanti da morire
UN PODCAST. Il gruppo norvegese Mayhem tra gli anni ‘80 e ‘90 ha dato vita a un nuovo genere musicale: il black metal. Ma non sono noti solo per questo. Helvete/Inferno parte dalle loro origini per arrivare a parlare degli incendi e degli omicidi commessi da alcuni dei più estremisti membri del gruppo. Super consigliato agli appassionati del true crime e di storia della musica.
UN CICLO DI INCONTRI. Tra il 29 gennaio e il 19 febbraio all’Università di Verona si terranno quattro incontri sulle cure palliative durante i quali interverranno medici e ricercatori dell’ateneo. Sono rivolti alla cittadinanza quindi accessibili a tutti e si terranno anche in diretta streaming.
UN ROMANZO. E' la vigilia di Natale del 1617 e sull’isola norvegese di Vardø si abbatte una fortissima tempesta che uccide tutti gli uomini usciti in mare per la pesca. Le donne rimangono vedove od orfane. Ma non hanno nemmeno il tempo di vivere il lutto che vengono accusate di essere state le mandanti del funesto evento meteorologico. Vardø. Dopo la tempesta è il romanzo di Kiran Millwood Hargrave che racconta la storia (purtroppo basata su fatti realmente accaduti) di un terribile processo alle streghe.
Se hai domande, suggerimenti sui temi da trattare, consigli per la rubrica Interessanti da morire e/o commenti di ogni tipo puoi contattarmi su Instagram, Threads, TikTok o rispondendo direttamente a questa e-mail.
Ti è piaciuto questo Appuntamento con la morte?
Puoi sostenere la newsletter condividendola sui tuoi social, offrendomi un cappuccino virtuale su Ko-fi, regalandomi un libro da questa infinita wishlist su Amazon o passando a un piano di abbonamento a pagamento.
Alcuni link di questa newsletter sono affiliati ad Amazon.