Buongiorno! Stai per leggere una newsletter che parla di morte dal punto di vista scientifico.
Il numero precedente era su Dracula e le trasfusioni di sangue.
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Buona lettura,
Sofia @lamedicinageniale
L’allegro banchetto dei batteri
Il cuore smette di battere, i polmoni non funzionano più, l'ossigeno di cui ogni parte del corpo ha bisogno non viene più portato a destinazione e persino il sistema nervoso cede. È giunta l'ora della morte!
Arriva il medico, fa la constatazione di morte e dichiara: "morte avvenuta il 16/11/2023 alle ore 12.00". In quel preciso momento è finita la vita del corpo come persona.
Ma le innumerevoli cellule di cui siamo fatti non si accontentano di morire così, in un soffio. Continuano a tirare avanti il più possibile. Non c'è più ossigeno, non c'è più alimentazione, non funzionano più i meccanismi di eliminazione delle sostanze dannose ma c'è ancora un briciolo di energia e non si vogliono arrendere. Il corpo inizia quindi la sua vita da cadavere.
Si parte con quelli che vengono definiti fenomeni abiotici (dal greco abíotos, non vitale) consecutivi ovvero i fenomeni che indicano chiaramente la fine della vita della persona. Sono consecutivi ai fenomeni abiotici primari (arresto cardiaco, arresto respiratorio, perdita di coscienza) e hanno una durata di qualche giorno. Per questo sono sfruttati dal medico necroscopo per fare l’accertamento di morte dopo il quale viene data l’autorizzazione alla sepoltura, alla cremazione o a qualsiasi altra destinazione del cadavere.
Le cellule muscolari si irrigidiscono (rigor mortis), la temperatura del corpo inizia ad abbassarsi fino a pareggiare la temperatura ambientale (algor mortis), il sangue non circola più nei vasi e si deposita nei tessuti secondo la forza di gravità causando la formazione delle ipostasi, le macchie rosso-violacee che si vedono sulle zone declivi del cadavere (livor mortis).
Contemporaneamente iniziano anche i fenomeni trasformativi, quelli che con il passare dei giorni, dei mesi e degli anni renderanno il cadavere completamente diverso da com’era all’inizio della sua vita.
Non esiste più nessun blocco degli enzimi proteolitici, localizzati nelle vescicole all’interno delle cellule chiamate lisosomi, che in vita servono a eliminare scarti di cellule e minacce esterne (es. virus, batteri, ecc.). Sono quindi liberi di attaccare e distruggere la cellula stessa in un processo definito autolisi.
Anche gli enzimi digestivi prodotti dal pancreas e dallo stomaco non hanno più un freno e quindi iniziano a digerire gli organi stessi portando all'autodigestione.
E inizia anche il fenomeno della putrefazione che porterà alla disgregazione lenta e inesorabile del corpo fino alla scheletrizzazione (in condizioni particolari possono avvenire altri fenomeni trasformativi come la macerazione, la corificazione, la mummificazione o la saponificazione).
La putrefazione
Si stima che circa la metà delle cellule del corpo umano sia costituita da microrganismi che formano il cosiddetto microbioma. I “nostri” batteri (ci sono anche dei funghi) hanno preso in affitto la pelle e il rivestimento interno del sistema digerente (dalla bocca all’ano), del sistema respiratorio e della vagina. Convivono abbastanza pacificamente con noi finché il nostro sistema immunitario funziona bene visto che è stato programmato appositamente per tenere a bada i coinquilini microscopici senza farli fuori. Quando però non funziona più, come nel caso del cadavere, i microrganismi possono finalmente occupare il palazzo. E così inizia la putrefazione.
La putrefazione si definisce come la decomposizione della materia organica che costituisce il cadavere a opera di microrganismi del nostro microbioma ma anche esterni che attaccano il corpo e variano a seconda dell’ambiente in cui si trova il cadavere. I batteri della putrefazione sono di specie diverse ma quasi tutti sono anaerobi e gasogeni ovvero riescono a sopravvivere senza ossigeno e come prodotti di scarto emanano gas.
Nella prima fase della putrefazione (colorativa o cromatica) che può iniziare già dopo 15/20 ore dal decesso, il cadavere assume una colorazione verde. Il cambio colore parte dalla fossa iliaca destra, la zona dell’addome a destra dell’ombelico perché lì, in profondità, si trova l’intestino cieco, la parte di intestino nel quale ristagna la maggiore quantità di feci nonché la confort zone dei batteri. Qui gli amici gasogeni producono un importante quantitativo di acido solforico che si lega all’emoglobina trasformandola in solfoemoglobina, una molecola verde. Pian piano tutto il corpo, soprattutto le parti in cui sono presenti tanti batteri del microbioma (torace, collo, viso e addome), assume una sfumatura verdognola.
In questa fase avviene anche la marmorizzazione putrefattiva. Avete presente le venuzze colorate del marmo? Ecco, la pelle è il marmo e le venuzze sono l’intrico di vene superficiali che si scurisce e diventa ben visibile dall’esterno. Dopo il decesso, infatti, i globuli rossi si rompono e l’emoglobina, il pigmento che dà la colorazione rossa al sangue, si spande rendendo il fluido che rimane all’interno dei vasi più violaceo e poi verdognolo (quando viene abbordata dall’acido solforico).
Con il passare del tempo l’enorme quantitativo di gas prodotto dai batteri infiltra i tessuti provocando un rigonfiamento importante del cadavere che viene detto enfisema putrefattivo. Il corpo aumenta di volume prima nelle parti in cui il tessuto sottocutaneo non è molto tonico (collo, palpebre, scroto, ecc) poi via via in tutta la sua interezza fino a risultare gigante e addirittura irriconoscibile per l’alterazione dei connotati.
In questa fase della putrefazione, definita anche gassosa o enfisematosa, la pelle della faccia diventa bruno verdastra-scura tanto che veniva chiamata facies ne**oide.
La putrefazione continua poi con la colliquazione ovvero la fluidificazione di tutti i tessuti del corpo partendo dal grasso. Si crea un brodo color caffè, denso come una cioccolata calda e profumato come il bidone dell’umido lasciato al sole per una settimana in pieno agosto nel quale non è più possibile individuare il tessuto di origine.
Dopo che i tessuti organici si sono liquefatti rimangono solo le ossa. Sembrano rimanere uguali a se stesse ma con il passare degli anni subiscono diverse modificazioni che permettono di dare qualche indizio sull’epoca della morte. Ma questa è una storia per un’altra newsletter.
Avete appena letto le basi della putrefazione ma ovviamente ci sono moltissimi argomenti annessi che si possono approfondire. Se c’è qualche aspetto che vi ha incuriosito particolarmente o vi sono sorte delle domande alle quali vorreste trovare risposta nelle prossime newsletter potete scrivermi rispondendo a questa e-mail, nei commenti sull’app di Substack, scrivendo direttamente all’indirizzo lamedicinageniale@gmail.com o in DM su Instagram.
Bibliografia
Zoja R, et al. Compendio di medicina legale e delle assicurazioni. UTET Giuridica (2018).
Hayman J, et al. Estimation of the time since death. Elsevier (2020)
Interessanti da morire
UN LIBRO. Vi siete mai chiesti cosa succede in un forno crematorio? Nel suo libro Fumo negli occhi la famosa morticia americana Caitlin Doughty risponde a tutte le domande che vi possono passare per la testa. Infarcisce il racconto estremamente ironico della sua esperienza da operatrice delle cremazioni con curiosità e aneddoti scientifici, antropologici, religiosi e sociali sulla cremazione, sui riti funebri e sui metodi di sepoltura.
UN PODCAST. Tra tanti podcast true crime ne mancava uno che parlasse di morte in modo positivo e talvolta ironico. Sull’onda della death positivity americana finalmente anche in Italia abbiamo un podcast che cerca di dare risposte alle domande sul più grande tabù del nostro secolo attraverso interviste a scrittori ed esperti del settore. È Death Cafè di Marina Minetti per Mondadori Studios. Nella prima puntata lo scrittore Matteo B. Bianchi racconta la sua esperienza personale con l’elaborazione del lutto per il suicidio di una persona cara e un crime scene cleaner parla del suo particolarissimo lavoro.
UN ARTICOLO. Ripartiamo dalle basi con Silvia Kuna Ballero: Cos'è la morte, come si definisce scientificamente, quali sono le implicazioni etiche e sociali della sua definizione. Un articolo di 6 anni fa ancora attuale.
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