#10 - Cadaveri donati, ricercatori derubati?
Sui problemi della legge per la donazione del corpo alla scienza
Buongiorno! Stai per leggere una newsletter che parla di morte dal punto di vista scientifico.
Se questo è il tuo primo Appuntamento con la morte e il tema non ti disturba puoi iscriverti cliccando qui 👇🏻
Buona lettura,
Cadaveri donati, ricercatori derubati?
Nello scorso Appuntamento con la morte vi ho parlato della nuova legge che permette la donazione del corpo alla scienza in Italia e di come possono essere impiegati i corpi dei volontari. Non ho spiegato nello specifico qual è la procedura per esprimere la propria volontà di diventare donatori di corpo ma se vi interessa ho trovato una guida della Fondazione Umberto Veronesi che vi può essere utile per prendere una decisione consapevole e per la compilazione della dichiarazione di consenso.
Come vi dicevo alla fine della scorsa newsletter (l’avete letta, vero?) la legge è entrata in vigore nel 2020 e prevedeva che entro 3 mesi uscissero i decreti attuativi ovvero quei decreti che chiariscono nel dettaglio come devono essere applicati i vari articoli della legge.
Alla fine, il primo decreto del Presidente della Repubblica che disciplina la donazione del corpo è stato emanato il 10 febbraio 2023.
Cosa chiarisce?
Quali sono i centri di riferimento nei quali possono essere conservati e utilizzati i corpi donati.
strutture universitarie.
aziende ospedaliere di alta specialità.
IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico).
Le cause che permettono di escludere un corpo dalla donazione contro la volontà del donatore.
Le infezioni che possono essere pericolose per chi manipola il corpo: HIV, epatite B e C, tubercolosi, sifilide, batteri antibiotico resistenti, eccetera.
La recente esposizione a radionuclidi terapeutici utilizzati per la cura di alcuni tipi di tumori perché non bisogna scherzare con le radiazioni.
L’esecuzione dell’autopsia giudiziaria o del riscontro diagnostico (l’autopsia che fa l’anatomopatologo) per ovvie ragioni.
La presenza di gravi ferite aperte o mutilazioni.
Il suicidio, sia mai che uno si suicidi a posta per donare il corpo alla scienza.
Il decesso avvenuto all’estero (immagino già la foresta amazzonica dimezzata per la pila di scartoffie che verrebbero stampate, magari anche in duplice copia, per un’operazione di rimpatrio della salma con destinazione centro per la donazione del corpo alla scienza).
Come noterete non è menzionata la donazione degli organi che è quindi compatibile con la donazione del corpo.
Le procedure che i vari medici, centri di riferimento, aziende sanitarie locali devono seguire per fare in modo che il corpo arrivi dal luogo in cui è morto al centro di riferimento. Ve le risparmio ma immaginatevi una cosa tipo “tizio invia questo documento a caio che lo inoltra a sempronio che mio padre al mercato comprò”.
Chi dovrebbe fare informazione sul tema (le regioni, le ASL e i centri di riferimento) e verso chi (personale medico e sanitario). Il personale formato dovrebbe a sua volta informare i cittadini con l’aiuto delle amministrazioni comunali e le associazioni di volontariato. Come e con che tempistiche non ci è dato sapere.
Il decreto ci tiene però a ricordare che tutte queste utilissime cose devono essere fatte senza pesare ulteriormente sulla finanza pubblica. Semplificato: “I soldi ve li abbiamo già dati per altre cose, arrangiatevi con quello che avete!”
Cosa ne pensano gli addetti ai lavori?
Tra la pubblicazione della legge del 2020 e il Decreto del 2023, precisamente nel 2021, un concistoro di professori di anatomia di tutta Italia si è “riunito” (c’era il Covid, si sono trovati su Zoom pure loro) per analizzare pregi e difetti della legge sulla donazione del corpo producendo quello che nel mondo accademico viene chiamato position paper ovvero un documento che esprime le posizioni del gruppo di lavoro su un argomento formulate dopo una ragionata discussione e con riferimento alla letteratura scientifica.
In questo caso il position paper aveva lo scopo di informare la comunità scientifica internazionale sui recenti sviluppi della cornice legislativa italiana, far capire quali sono le perplessità degli specialisti del settore sull’argomento e indirizzare le future decisioni sul tema in Italia e in altri paesi.
E visto che gli anatomisti fanno gli anatomisti e per lavoro rompono le palle con la loro anatomia (vaga citazione che spero non cogliate), di perplessità su questa legge ne hanno parecchie. Ve ne riporto alcune.
Sulla durata del soggiorno del corpo donato alla scienza
La legge prevede che il corpo venga restituito alla famiglia o cremato (secondo le disposizioni del defunto) dopo 12 mesi dalla donazione.
Per poter utilizzare un corpo a scopo di studio è necessario che venga sottoposto a metodi conservativi che richiedono un investimento in termini di tempo, soldi (ricordiamo che non ne vengono sborsati in più) e personale specializzato. Investimento che sarebbe sprecato se il corpo non può essere sfruttato a lungo, per la formazione di molti studenti.
Anche perché la maggior parte dei donatori dichiara di preferire che il proprio corpo rimanga a disposizione della scienza per sempre o per periodi molto più lunghi di 12 mesi. Destituirli dal loro compito dopo un anno potrebbe quindi risultare una mancanza di rispetto nei confronti della volontà del donatore e della sua memoria.
Sulla restituzione del corpo alla famiglia
La legge prevede che il corpo debba essere restituito in “condizioni dignitose” per permettere alla famiglia di vedere il corpo e di organizzare le esequie.
Ma cosa significa dignitose? Chi decide cos’è dignitoso per un corpo donato volontariamente alla scienza?
Si tratta apparentemente di un problema terminologico che però si ripercuote sul lavoro di chi con questi corpi ci deve avere a che fare.
Per esempio, la dissezione anatomica è una procedura che — come dice il termine — serve a dissezionare il corpo per studiare anche le più piccole strutture anatomiche. Prevede tagli e asportazioni che difficilmente vanno d’accordo con il termine “dignitoso” se preso nel suo significato generale.
La famiglia potrebbe considerare però dignitoso il fatto che il corpo venga restituito in condizioni che solitamente non sarebbero accettabili perché la volontà del defunto è stata rispettata? Oppure si dovrebbe consigliare il più possibile la cremazione post-donazione o il funerale pre-donazione per permettere ai professionisti di avere margini più ampi di lavoro?
Su chi paga
Perché un centro ospedaliero o accademico possa diventare un centro di riferimento per la donazione del corpo alla scienza a norma di legge deve fare un investimento iniziale per l’adeguamento o la creazione delle strutture idonee, per la formazione del personale, per l’implementazione del supporto logistico, eccetera.
Inoltre, il centro di riferimento deve coprire i costi di trasporto, conservazione, sepoltura o cremazione del cadavere.
Peccato che non sono stati stanziati ulteriori finanziamenti per questi centri che dovrebbero quindi trasferire ingenti somme di denaro dalla ricerca alla logistica. Ricerca che è già sottofinanziata in Italia.
Chissà chi ci rimetterà.
👉🏻 Per non scrivere un papiro di Ebers ho selezionato i punti che mi sembravano più rilevanti ma se volete leggervi tuttotutto vi lascio nella bibliografia il testo del Decreto e il position paper.
Bibliografia
Decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2023, n. 47. Regolamento recante norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica.
De Caro R, et al. The Italian law on body donation: A position paper of the Italian College of Anatomists. Annals of Anatomy, 2021.
Interessanti da morire
UN ARTICOLO (in inglese). Il giornalista Mark O’Connell, che potreste conoscere per il saggio sul transumanesimo Essere una macchina, ha pubblicato oggi un libro nel quale riflette sul perché e come scrivere di un assassino. Sul Guardian ne è stato pubblicato un estratto dal titolo ‘Why I might have done what I did’: conversations with Ireland’s most notorious murderer.
UN VIDEO. Nella sua serie YouTube Ricordati di vivere la filosofa Laura Campanello si occupa spesso di tematiche legate al fine vita e al lutto. Nel video Dialogo tra vita e morte parte dalla condivisione della malattia di Michela Murgia riflette sullo stretto legame tra il parlare di morte e di vita.
UN MEME.
Ti è piaciuta questa puntata di Appuntamento con la morte?
Puoi sostenere la newsletter:
👉🏻 Facendola conoscere online e offline
☕ Offrendomi un cappuccino virtuale su Ko-fi
📚 Regalandomi un libro dalla mia infinita wishlist su Amazon
👉🏻 Passando a un piano di abbonamento a pagamento