Benvenut💀 al tuo Appuntamento con la morte, la newsletter che parla di morte dal punto di vista scientifico.
Durante l’ultimo Appuntamento vi ho raccontato degli effetti della castrazione chirurgica a lungo termine (qui quelli a breve termine) partendo dallo studio delle ossa di uno dei più famosi cantanti castrati del Settecento. Questo #giovedead invece proverò a rispondere alla domanda: dobbiamo avere ancora paura di essere sepolti vivi?
Buona lettura,
Sofia @lamedicinageniale
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Paura di risvegliarvi nella tomba?
Essere sepolto vivo è senza dubbio l’estremità più paurosa in cui possa incorrere il mortale.
Scriveva così Edgar Allan Poe nel suo racconto Sepolti vivi (noto anche come Il seppellimento prematuro) pubblicato nel 1844.
In quel periodo - come in tutto l’arco del XVIII e XIX secolo - si era sviluppata, in Europa e negli Stati Uniti, un’ondata di tanatofobia, l’estrema paura di essere sepolti vivi.
Un po’ come succede anche oggi con le storie true crime, questa paura morbosa generava anche una curiosità morbosa. Così gli scrittori, i giornalisti e addirittura i medici dell’epoca calcavano la mano su questo argomento raccontando storie terrificanti, alcune palesemente inventate, altre più plausibili, di uomini e donne che si risvegliavano all’interno di una bara oppure durante il funerale o in obitorio. E queste storie alimentavano, in un circolo vizioso, la tanatofobia.
La tanatofobia ha fatto anche cose buone!
La diffusa tanatofobia ha spinto scienziati, medici e inventori a studiare la morte dal punto di vista scientifico e a sviluppare soluzioni che riducessero al minimo il rischio di seppellire persone ancora vive. Alcune erano estremamente bizzarre, per esempio i clisteri di fumo, altre invece sono giunte fino a noi e sono diventate parte integrante della pratica medico-legale e del settore funebre.
Grazie al progresso medico-scientifico, durante il Novecento la tanatofobia andò via via scemando ma un certo timore di essere sepolti vivi non è mai svanito del tutto e ancora si tramandano storie che probabilmente arrivano, modernizzate, direttamente dall’epoca di Poe.
Quando parlo dell’argomento con mia nonna (sì, la passione è di famiglia!) mi racconta che ha sentito dalla mia bisnonna che aveva appreso dalla cugina del fratello dello zio di un’amica che durante un’esumazione al cimitero del paese è stata trovata una bara semi-aperta con dei graffi sul coperchio e il cadavere girato a pancia in giù. Neanche a dirlo, per tutte le persone implicate nel filo del telefono di questa storia, era chiaro che il malcapitato fosse stato sepolto vivo e, nel totale terrore, avesse cercato disperatamente ma invano di uscire dalla sua eterna dimora.
Ma dobbiamo ancora avere paura di essere sepolti vivi?
Risvegliarsi in obitorio
La smania della stampa di calcare la mano sul tema non è mai svanita. Infatti, capita ciclicamente che il risveglio di una persona in obitorio o in una casa funeraria faccia notizia in tutto il mondo. E, neanche a dirlo, viene sempre raccontato con toni che Stephen King scansate!
Alcuni titoli:
Sud Africa: uomo morto si risveglia in obitorio [BBC News — 2011]
Onoranze funebri del Mississippi trovano un uomo vivo nella body bag [The Guardian — 2014]
Pensavano fosse morta: Poi si è risvegliata nella casa funeraria [The New York Times – 2020]
New York: una casa funeraria trova una donna viva dopo che era stata di chiarata morta [The Guardian — 2023]
Tutti insieme questi casi sembrano tanti ma, facendo una ricerca approfondita su Google (mi sono sciroppata più di trenta “o” di notizie sui redivivi), i casi riportati dalla stampa internazionale negli ultimi 20 anni sono meno di uno all’anno e nessuno di questi è avvenuto in Italia.
In particolare, quasi tutte le persone dichiarate morte che si sono risvegliate si trovavano in Paesi che seguono il modello di accertamento di morte anglosassone.
Negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Australia, e così via, chi accerta la morte è il coroner, figura che non ha corrispettivo nel nostro sistema medico-legale. In Italia, invece, questa funzione è svolta dal medico necroscopo ovvero un medico specialista in igiene e sanità pubblica (o altra specialità affine). La differenza con il sistema anglosassone è proprio qui: mentre in Italia chi accerta la morte è una persona con competenze mediche consolidate, nel sistema anglosassone può non averle o, per lo meno, non così approfondite. La professione di coroner, infatti, può essere svolta tanto dai medici quanto dalle persone laureate in legge che abbiano seguito specifici corsi. Capirete che, in questo secondo caso, gli errori nel valutare alcuni flebili segni vitali sono più probabili.1
Eppure, i casi riportati dalla stampa - che va ghiotta di queste notizie e quindi non se le farebbe sfuggire per niente al mondo - sono molto rari a fronte dei milioni di persone che muoiono ogni anno nel mondo. Come mai?
Ogni stato, qualsiasi sia il sistema di gestione del post mortem, ha implementato delle articolate procedure che permettono di non seppellire le persone vive, e l’attesa in obitorio o nelle case funerarie fa parte di queste. Il risveglio in questi luoghi potrà sicuramente spaventare ma è segno che il sistema funziona!
Il sistema italiano è uno dei più sicuri
La legislazione italiana in materia è una delle più restrittive al mondo tanto che in casi speciali (trapianto di organi, donazione del corpo alla scienza, eccetera) è stata accusata di essere addirittura un ostacolo al progresso.
Funziona a grandi linee così:
Per evitare il refrigeramento, la cremazione, la sepoltura o l'autopsia di una persona che potrebbe potenzialmente essere ancora viva - in uno stato di morte apparente - dopo la constatazione di decesso (fatta dal medico che per primo vede il corpo morto), la legge impone un periodo di osservazione di:
24 ore nei casi standard,
48 ore per le morti improvvise o dubbie,
può essere inferiore a 24 ore nelle morti per decapitazione o maciullamento (chissà perché?),
può essere inferiore a 24 ore anche nel caso in cui sia eseguito un ECG e questo risulti piatto per più di 20 minuti e nei casi di malattie infettive e/o diffusive, per motivi di sanità pubblica. Questa “scorciatoia” può essere impiegata, per esempio, quando il paziente ha dato il consenso alla donazione degli organi, che devono essere espiantati il prima possibile, o alla donazione del corpo alla scienza.
Trascorse le 24 ore l'ufficio di stato civile può rilasciare l'autorizzazione alla sepoltura, alla cremazione e via dicendo, a patto che sia già avvenuto l'accertamento di morte, il quale deve essere effettuato all’incirca tra le 15 e le 30 ore dopo il decesso (la tempistica può variare da regione a regione).⠀⠀⠀
Come già detto, questo esame è svolto da un medico necroscopo, ovvero un medico nominato dall'ASL competente, che può essere il direttore sanitario o, più spesso, un suo delegato.
Il necroscopo effettua la visita necroscopica valutando la presenza dei segni definitivi della morte, definiti in gergo segni abiotici consecutivi, che sono principalmente tre:
L’algor mortis: il raffreddamento del corpo che tende a portarsi alla temperatura ambientale,
Il livor mortis o ipostasi: l’accumulo di sangue nelle zone declivi del corpo,
Il rigor moris: irrigidimento dei muscoli.
Una volta compiuta la visita, il necroscopo compila un certificato che accerta che la morte è certa!! Et voilà, eliminato il problema di seppellire per sbaglio persone vive.
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Quindi dormite sonni tranquilli e ascoltate me, non le leggende della nonna!
- La newsletter continua dopo la bibliografia -
Bibliografia
Buried Alive - The Terrifying History of Our Most Primal Fear. Jan Bondenson. WW Norton & Company (2001).
Regolamento di Polizia Mortuaria (D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285) e aggiornamenti.
Interessanti da morire
👉🏻 3 COSE CHE HO VISTO, LETTO, FATTO, ASCOLTATO
🎧 UN PODCAST. Ci ricordiamo tutti che la salma di Mike Bongiorno è stata rubata ma nessuno si ricorda com’è andata a finire la questione. Mike - Storia di una salma rubata è un reportage di Giulia Depentor e Giulio D’Antona che ripercorre tutta la stramba e travagliata storia del rapimento del cadavere più famoso d’Italia. Sono stata un po’ dilusa dal finale ma condivido a pieno la scelta di non andare oltre. L’avete ascoltato?
😾UNA DOCUSERIE. Nonostante scriva sempre di morti avrete notato che raramente parlo di cronaca nera. Non sono infatti abituale fruitrice di prodotti true crime ma ci sono dei periodi in cui mi pigliano bene, come queste ultime settimane. Ho visto diverse docuserie su Netflix ma Giù le mani dai gatti - Caccia a un killer online è quella che mi ha sconvolto di più. Una delle vicende più malate di cui abbia mai sentito parlare, da qualsiasi angolatura la si voglia guardare. Se l’avete vista, facciamo un gruppo Facebook per discuterne!!
🖤 UN EVENTO. Questa settimana è iniziato Il rumore del lutto, una rassegna diffusa di eventi per riflettere sul lutto, sulla morte e sulla vita. Si terrà in diverse città dell’Emilia Romagna, con qualche incursione in Liguria e Toscana, e proseguirà fino al 17 novembre.
Che mi prenda un colpo
👉🏻 ARTICOLI (e altri contenuti) DELLA SETTIMANA SU VITA, MORTE, MEDICINA E D’INTORNI
La morte è un evento naturale?
In Svizzera è stata utilizzata per la prima volta una capsula high-tech per il suicidio assistito che ha aperto un interessante dibattito sulle implicazioni etiche e legali.
L’operazione chirurgica più letale della storia ha avuto una mortalità del 300%.
Se vi piacciono le cose di morti che vi racconto non potrete che amare questo Itinerario geniale di Reggio Emilia.
Siamo inondati da immagini di morti ma grazie al nostro privilegio non facciamo quasi mai esperienza della morte che ci circonda.
Morire dal ridere
PER CONCLUDERE L’APPUNTAMENTO CON UNA RISATA
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Per ridurre gli errori, nel Regno Unito hanno aggiustato la legislazione: il coroner può essere sia un medico che una persona di legge ma l’accertamento di morte può essere eseguito solo dai coroner medici.